La canapa è stata lavorata nello stesso modo per secoli. Dopo il raccolto, i fiori, i semi e le foglie venivano rimossi battendo la pianta con dei bastoni. Quindi i tronchi della canapa venivano lasciati 'macerare' (decomporre lentamente) lasciandoli in terra, dove la rugiada li inumidiva ogni mattina, o immergendoli in fossati o stagni per circa dieci giorni. Durante il processo di macerazione, le fibre della corteccia si separano dal cuore legnoso. I tronchi umidi venivano legati in fasce ed appoggiati a salici a cedui o appositi steccati per farli asciugare. A volte si utilizzava il fuoco per far asciugare bene le fibre della canapa.
Durante la frattura della canapa, un' attrezzo di legno, conosciuto come frantumatore, permetteva di polverizzare il tronco, separando le fibre della corteccia dal cuore legnoso. Quindi con un pezzo di legno piatto si battevano le fascine di fibre per rimuovere ulteriore materiale legnoso. Infine , le fibre venivano tirate attraverso dei ' rastrelli da canapa' in ferro, per rimuovere l'ultima rimanenza di legno. A quel punto le fibre erano pronte per essere ulteriormente lavorate in cordame o tessuto.
Fonte: Hemp Gallery Amsterdam
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