mercoledì 18 giugno 2014

La proibizione della cannabis

L'uso medicinale e ricreativo della cannabis nella meta del XIX secolo, fu notevolmente regolato, ma la demonizzazione della marijuana aumentò enormemente negli anni '30.
Nel 1937 passò il Tax Act, che bandiva l'uso della cannabis, ponendola sotto la giurisdizione dell' Agenzia Federale Americana Antidroga (American Federale Bureau of Narcotics) gestita dal fanatico Harry J. Anslinger.
Furono imposte tasse altissime sul commercio della canapa medicinale e industriale e sull'uso e il possesso ricreativo.
Questa nuova e severa privatizzazione era governata da ricchi industriali (come di fatto lo è oggi).
Questa pianta era vista competitiva per i loro interessi finanziari nell'industria cartiera e industriale.
Gli Stati Uniti, nel 1961, usarono A Single Convention on Narcotic Drugs (Convenzione Unica sugli Stupefacenti), Richard Nixon, allora presidente americano, usò per la prima volta l'espressione 'Guerra alle droghe' e l'opprimente proibizione della cannabis continuò su questa base, fino ad oggi.
La guerra alle droghe non ebbe successo.
Questo proibizionismo portò solo a prigioni sovraffollate e distrusse la vita di tanti fumatori innocenti.
Tanti criminali pericolosi sono scampati alle perquisizioni e la cannabis è disponibile più di prima.
Nel 2011 fu dichiarato da figure illustrissime del territori americano (ex presidente degli Sati Uniti Jimmy Carter, ex segretario generale alle Nazioni Unite Kofi Anan e l'imprenditore Richard Branson) che la guerra alle droghe era stato un totale fallimento.

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